"Presto che è tardi! Presto che è tardi!"
Ripeteva frenetico e petulante il coniglio bianco di Alice nel Paese delle Meraviglie.
Peccato che, per molti, di meraviglioso ci sia davvero ben poco.
Già, perché il modo di fare siti web saluta ufficialmente la tecnologia responsive.
Ovvero quella tecnologia che permetteva la costruzione di siti internet con template capaci di adattarsi automaticamente dalle funzionalità Desktop a quelle di visualizzazione mobile.
Da nota di qualità, è oramai anni che molti esperti SEO consigliano di abbandonare la logica del responsive per dare spazio a siti costruiti interamente con tecnologia mobile.
Facciamo chiarezza sulle differenze.
I siti Responsive
Un sito cosiddetto responsive non è altro che la versione del sito desktop nel quale gli elementi grafici e di struttura sono in grado di "adattarsi" al dispositivo sul quale viene visualizzato. Secondo delle logiche di User Interface, delineate dalla vecchie regole del design vigenti dal 2005 e applicate sino al 2012, i template di generazione responsive si adattano qualitativamente fino ai 7 pollici, con prestazioni maggiori sugli 11. Prestazioni invece "adeguate" sui formati di schermo 6 e 5 pollici.
Le risultanti negative restano comunque tante. In un mondo che vede i siti internet già molto complessi sia di animazione che di transizione dei contenuti (senza parlare dei banner e delle pubblicità), questi "adattamenti" hanno cominciato a vedere un sovra sforzo nell'adattamento dei codici CSS e dei Javascript (le animazioni). Generando a volte delle eliminazioni importanti per la navigazione o degli adattamenti molto pesanti, creando siti impossibili da aprire o inguardabili con il processo di rotazione del cellulare. O, peggio ancora, mal funzionanti dal punto di vista delle call to action (tasti).
I siti Mobile
Ecco quindi che comincia a nascere l'esigenza di siti studiati appositamente per la visualizzazione mobile.
All'inizio le due tecnologie coesistevano e solo piattaforme di un certo livello potevano permettersi di creare un sito completamente diverso con una progettazione e uno sviluppo ad-hoc (vedi i siti di testate giornalistiche o brand e-commerce famosi).
In una logica dove le tecniche di web application hanno visto una grande ascesa nel web design, la possibilità di creare una doppia versione del proprio sito è divenuto strumento offerto anche dai CMS più in voga nella costruzione dei siti internet (Wordpress, Editor X, Wix, Drupal, Shopify).
Non solo. I linguaggi di programmazione (nel caso il sito fosse nativo), permettono l'integrazione più facile nelle righe di comando di un tema, in modo tale da stravolgerne le logiche al nobile scopo di creare una versione per ogni tipo di dispositivo necessario.
Non siamo entrati volutamente nei dettagli tecnici di queste due definizioni. Aspetti che il sottoscritto sa bene di poter affrontare con addetti ai lavori. Lo scopo è trasmettere invece, a chi sta leggendo queste righe, che il cambio di paradigma tecnologico non è più una scelta, bensì una necessità.
Significa che ad oggi "scegliere" tra le due versioni non è un atto di democrazia possibile.
Seppur ancora molti template, acquistabili anche solo su piattaforme di design famose come Themeforest siano responsive, è Google a mettere il veto sul futuro.
Cosa è il Google Mobile Only
E arriviamo al succo di questo articolo.
Se è vero che già da Google Fred di qualche anno fa, la parte dedicata all'algoritmo dichiarava l'applicazione di una preferenza per i siti costruiti mobile e non semplicemente responsive, è altresì vero che molti hanno ignorato l'aggiornamento del Google Mobile First Index, il quale aveva già sovvertito il futuro delle funzionalità desktop, dando totale preferenza ai contenuti su siti mobile.
Questo ha svegliato le coscienze di pochi. Specie di quelle aziende o persone che non sono stati dovutamente consigliati da una consulenza SEO che guardi davvero al futuro, oltre che alle zone di confort di risultati immediati e poco redditizi sulle strategie (già... sono volutamente polemico).
Ecco quindi che Google non perde tempo e ufficializza un criterio di penalizzazione che siamo sicuri metterà in grossa difficoltà molte persone.
Uscito il 30 Dicembre del 2020, tante sono state le dicerie sulla data di scadenza ma ora, con estremo ritardo per noi poveri italiani, arriva la notizia che tutti i contenuti in sito desktop saranno totalmente ignorati nelle navigazioni mobile in caso di siti responsive.
Da quando? Esattamente da fine Marzo del 2021 data in cui il nuovo crowler è partito ufficialmente.
Boom! Esatto. Quello che ad oggi viene ufficialmente chiamato Google Mobile-ONLY è già attivo ed è pronto a fare vittime nei prossimi sei mesi di indicizzazione.
In sostanza: Google indicizzerà e prenderà in considerazione solo i siti da mobile. Quindi, se il sito non è ottimizzato o se volete indicizzare i vostri contenuti o sono sulla versione mobile o per Google non esistono!
La User Experience con Google Mobile Only
Questa è la prima domanda che sovviene a chi costruisce siti internet per clienti o a quelle aziende che hanno speso attenzione e budget per diversificare molto la navigazione utente.
Già perché in questo cambio radicale comunicato da Google, esiste una contraddizione.
O almeno la vede il sottoscritto che ha il piacere e la responsabilità di redigere questo redazionale.
Se è vero che la navigazione mobile sarà la priorità di indicizzazione da parte di Google, dove va a finire tutto lo studio fatto per User Experience mirate?
Molto spesso i siti sono volutamente diversi tra Desktop e Mobile, proprio perché l'intenzione è quella di creare una esperienza diversa all'utente che naviga da PC da quello che naviga da Smartphone. Questo comporta che si vogliano dirottare attenzione e diverse call to action.
Chiaro, quindi, che alcuni contenuti, keyword o immagini (che fanno SEO anche loro) siano volutamente omesse o diverse in base alla versione del device.
Se una versione dedicata mobile viene premiata, perché una versione studiata per il desktop deve invece essere snobbata, addirittura non rientrando nemmeno più nella indicizzazione?
Questo è un aspetto che molti addetti ai lavori stanno affrontando anche con tono polemico e non sarà facile affrontare questo cambio radicale. Il quale non metterà quindi in pace neanche chi è consapevole di aver costruito delle versioni mobile ad hoc, visto che molto del contenuto desktop ad oggi non ha più patria nei design mobile.
Come indicizzare quel contenuto? Ecco quindi che il lavoro da fare non mancherà.
Cosa fare per rispettare al meglio Google Mobile-Only?
Sembrerà stupido a dirsi ma sicuramente bisogna cominciare dalla creazione di una versione mobile
In secondo luogo, trasferire tutti i contenuti sulla versione mobile. Si ma a quale contenuti dare priorità? Sicuramente bisogna cominciare dai contenuti "king", ovvero editoriali e blog!
Attivare e configurare il file robot.txt in modo che Google sia in grado di accedere a tutti i contenuti del sito mobile, senza alcuna restrizione di motore di ricerca o di index.
Aggiornare i meta tag della versione mobile, inserendo quelli che avete già inserito sulla versione desktop. Sempre che questo lavoro di ottimizzazione SEO sia stata fatta.
I contenuti della versione desktop e della versione mobile devono essere uguali, in modo da non confondere il Googleboot.
Immagino che molti di voi che posseggono un sito internet si staranno facendo mille domande, o peggio, staranno pensando "sono fregato".
Tranquilli. Respirate e non andate nel panico.
La logica di Google Mobile Only ragiona, come sempre, per penalizzazione e posizionamento.
Ovvero, possono accadere tre cose.
- Favorisce
- Penalizza
- Non indicizza affatto... quindi semplicemente non ti considera.
Conclusione
Innanzitutto va fatta chiarezza su questo punto. Tutti i siti che sono stati costruiti con versione desktop e che quindi non sono minimamente costruiti in modo da essere mobile friendly (requisito minimo già richiesto nel 2012) non saranno minimamente e mai più indicizzati. Chiaro che a lungo andare questo si trasformerà in una penalizzazione indiretta. Non esistono criteri di penalizzazione che impattano nel Page Rank (posizionamento di pagina) in modo immediato. Solo logiche di perdita dell'indicizzazione e quindi del Trust Rank prima di passare alla perdita di posizionamento.
Questo porta quindi a pensare che esiste un tempo (non troppo lungo) nel quale tutti quei siti che ancora non hanno usabilità sui dispositivi mobile possono procedere al rifacimento o alla migrazione.
I siti responsive sono ancora salvi ma sia chiaro, solo perché rispondono alla mobile friendly. Significa che se corredati dei meta tag corretti e con un file robot.txt dedicato, potranno essere ancora indicizzati da Google. Ciononostante saranno registrati con un punteggio algoritmico inferiore a vantaggio dei siti che invece saranno costruiti con tecnologia e template mobile. Questi ultimi, difatti, avendo una versione che risponde del tutto alle logiche di Google Mobile Only saranno indicizzati e premiati dall'algoritmo a discapito di tutti gli altri.
Quindi tutti al lavoro. Non solo per chi ha un sito solo desktop, ma anche per tutti coloro che, tra responsive e mobile, ora dovranno ristudiare la logica di locazione dei contenuti per ospitare ciò che interessa per l'indicizzazione a portata di visualizzazione dello smartphone, mantenendo SEO, design e anche User Experience.
Inizia la rivoluzione.
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